Ho iniziato a praticare Hatha Yoga quando avevo circa 18 anni, mi sono avvicinata a questa disciplina, come molti, per placare la mia mente agitata e la mia schiena dolorante.

Ricordo le prime lezioni, nella palestra di San Salvi a Firenze con due amici, quella sensazione di essere esattamente dove dovevo essere, quella sacralità che faceva scomparire l’odore di disinfettante e il luogo affatto appropriato per quella pratica.

Da quel momento il mio rapporto con questa disciplina è stato sempre presente quanto altalenante, un rincorrersi e perdersi costante.

Così è stato fino a quando proprio lo yoga mi ha mostrato il senso, la definizione di Unione che gli viene attribuito.

In un difficile periodo della mia vita, la pratica mi ha mostrato l’importanza di questa unione con sé stessi, mentre nella mia vita mi sentivo disgiunta.

Tanto forte è stato il senso di tornare a casa che mi dava, così forte la trasformazione, così impattante l’incontro con le mie maestre, che ho sentito urgente il bisogno di portare agli altri la Rivoluzione Gentile che ho vissuto.

Ho lasciato il mio lavoro sicuro a tempo indeterminato, ho investito tutto in formazione ed è iniziato il mio meraviglioso (non sempre) viaggio.

Ho compreso che la mia strada è farmi tramite di questa disciplina e così mi sono formata in Hatha Tantra Yoga, Amrita Yoga Classic e Yin Yoga.

La parola Hatha comprende al suo interno Ha, che significa sole e tha che significa luna.

Abbiamo quindi “unione di sole e luna”.

Unione di opposti se vediamo la realtà in modo lineare, nascita dell’uno nell’altro se riusciamo a osservare la natura ciclica di ogni cosa.