Meditazione per l'estate
La meditazione è spesso vista come qualcosa di fermo, statico, qualcosa per cui dobbiamo sederci in una stanza silenziosa, chiudere gli occhi e … e poi? Quante volte ci siamo chiesti: poi cosa devo fare? Come faccio a non pensare? Come posso mantenere la mia mente silenziosa?
Eppure non è questo che ci viene richiesto dalla meditazione, quello che ci viene richiesto è essere completamente presenti a noi stessi. Essere testimoni dei nostri pensieri e non farci trascinare da essi fra le fluttuazioni della nostra mente.
Allora in queste vacanze estive, dove possiamo forse dedicarci qualche minuto al giorno, proviamo ad essere presenti nei nostri gesti quotidiani, proviamo a non perdere il contatto con il momento presente e a rimanere osservatori attenti di ciò che ci accade, ma anche di ciò che ci distrae.
Riconoscere i nostri pensieri disturbanti può essere davvero molto utile, non dobbiamo far altro che accoglierli, senza giudicarli, per riportare poi la mente per mano, dolcemente, alla presenza.
Proviamo allora ad affrontare azioni semplici della nostra vita, come il semplice camminare, con una nuova consapevolezza. La meditazione camminata ci aiuta a mantenere la presenza attiva della mente perché ci concentriamo su qualcosa di pratico, di fisico.
Quando ci spostiamo da un luogo all’altro a piedi, cosa che già di per se è purtroppo un privilegio in questo tempo veloce in cui stiamo sempre correndo da qualche parte, chiedendoci se ciò che abbiamo concluso è stato fatto come doveva, e facendo il punto su ciò che stiamo andando a fare, portiamo completa attenzione alle azioni che stiamo compiendo, al momento presente.
Prendiamoci un attimo prima di iniziare, chiudiamo gli occhi e rimaniamo in ascolto del corpo per qualche respiro.
Quando ci sentiamo connessi davvero con noi stessi, quando riusciamo a fluire attraverso il respiro, allora iniziamo la nostra scoperta.
Osserviamo il peso del nostro corpo che dal tallone si sposta lentamente sulla pianta del piede e poi al centro e sull’avampiede per poi poggiarsi sulle dita.
Osserviamo le sensazioni che proviamo in questa azione automatica nel momento in cui la osserviamo, la sentiamo.
Cosa succede quando l’altro piede inizia a sollevarsi? Notiamo tutti i muscoli coinvolti in questo susseguirsi di movimenti così meravigliosamente coordinati l’uno con l’altro. Soffermiamoci anche a osservare l’equilibrio perché, se facciamo attenzione, ci accorgeremo che in questo semplice processo del camminare, ha una grandissima importanza. Nel mettere un piede davanti all’altro esiste un momento impercettibile in cui l’equlibrio viene a mancare, in cui ci troviamo sbilanciati in avanti, un attimo di incertezza del corpo di cui non facciamo in tempo ad accorgerci.
Con fiducia il passo succesivo si compie, ogni volta. Questa attitudine meravigliosa ci è richiesta nella vita quando ci facciamo guidare dal cuore nelle nostre scelte.
Quando con fiducia scegliamo di correre il rischio in prospettiva di qualcosa di più grande. Quell’attimo in cui non abbiamo nessuna certezza di riuscita eppure sentiamo che stiamo facendo la cosa giusta e rimaniamo per un attimo sospesi nel vuoto, in attesa che il passo successivo poggi su una superficie stabile e sicura.
L’atto di camminare è così interiorizzato da essere divenuto automatico, ricolleghiamoci con le sensazioni che ci dà, perché seppur meccanicamente questo atto è acquisito, le sensazioni che proviamo sono sempre diverse.
Questa modalità di attenzione può essere portata in ogni azione abitudinaria della nostra vita, questa è la meditazione, questo è vivere lo yoga.